Tempistica e Tappe:
(08:00) Grado – Foce Isonzo – Monfalcone (12:00 – 13:00) Sistiana - Slivia - Rupin Piccolo – Villa Opicina – Trieste (Sosta) – Valico di Rabuiese – Capodistria (18:00).
Riferimenti Cartografici Siti Ufficiali:
# FVG2 Grado - Trieste : http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/AT10/ARG2/FOGLIA8/
# Grado – Foce Isonzo : http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&gl=it&ie=UTF8&oe=UTF8&msa=0&msid=211733697874116284892.0004a4917395ba629d4c5
# Foce Isonzo – Monfalcone : http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&gl=it&ie=UTF8&oe=UTF8&msa=0&msid=211733697874116284892.000468c7d595283842ea0
# Villa Opicina – Trieste : http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&gl=it&ptab=2&ie=UTF8&oe=UTF8&msa=0&msid=211733697874116284892.00045a5fc94be19de8864
# Trieste – Rabuise : http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&gl=it&ptab=2&ie=UTF8&oe=UTF8&msa=0&msid=211733697874116284892.000466078afc7bbb00f3f
# Rabuise – Koper : http://deltalimatrieste.altervista.org/parenzana.html
Itinerario GPS
Visualizzazione dell'itinerario
Tempi di Percorrenza e Distanze 1^ tratta
Itinerario GPS
Visualizzazione dell'itinerario
Tempi di Percorrenza e Distanze 2^ tratta
Diario della Giornata:
Dopo una notte tranquilla, passata davanti al pc, la sveglia suona improvvisa. Il tempo di scendere a colazione e subito il primo incontro. E' Franco Bonu della Regione FRV Coordinatore della rete ciclabile regionale, che ci è venuto a trovare per pedalare un pò con noi . Approfittiamo della sua compagnia per gironzolare per una Grado sonnecchiosa. Il centro offre un raro mix di storia romana, case di pescatori e chiese antiche, tutto da gustare. Il giro tra callette ancora odorose di pesce arrostico si conclude sul lungomare. Una stupenda passegiata lastricata e contornata da alberghi e ristoranti ci condure fino alle spiagge ancora deserte, ove ci racconta Bonu, in stagione si incontrano ancora le nobildonne Austriache vestite come ai tempi che furono. Qui era Austria fino alla prima guerra mondiale ed evidentemente ancora aleggia l'atmosfera. Proseguiamo lungo un argine che si affaccia sul mare aperto, tra cielo, mare e pineta fino alle foci dell'Isonzetto. La vera macchia mediterranea ci contorna e ci accompagna. Spendide ciclabili ci guidano fino al ponte dell'Isonzo ove purtroppo riappare la statale. Che ci tocca seguire fino alle porte di Monfalcone, ove seguendo una bella stradina a fregio di un canale dall'acqua verde smeraldo e alcune piste ciclabili davvero ben fatte, ci appaiono i cantieri navali della Fincantieri. La statale riappare in tutta la sua calda, ormai sono le dieci passate, e urlante presenza. Non c'è alternativa per ora ed è quindi giocoforza imboccarla. Le foci del Timavo ci appaiono all'improvviso sulla destra. Impossibile non abbandonare per un attimo la statale per tuffarci in quell'oasi di verde frescura. L'Acqua verde smeraldo pare sgorgare direttamente dalla roccia e un fiume tumultuoso si riversa un mare, spettacolo mozzafiato della potenza della natura. Giunti a Sistiana, dopo una rapida occhiata al Castello di Duino, intravisto attraverso un mare di auto in sosta, finalmente abbandoniamo la statale costiera per salire sul Carso. Immediatamente, dopo la mulattiera che imbocchiamo sotto alla ferrovia Monfalcone - Trieste, cala il silenzio, fuori e dentro di noi. Solo la provvidenziale presenza di due raccoglitori di asparagi ci conferma di essere sulla via buona. La stradina è talmente accidentata che decidiano di percorrerla a piedi, chiedendoci chi mai potrà passare di qui se non ci sarà una adeguata sistemazione. Per fortuna alle porte di Slivia, 200 mt di quota più in su, la musica cambia. riappare l'asfalto, ma il panorama e sopratutto l'ambiente non cambiano. Boschetti, pascoli e case in pietra grigia. Ogni paesino che incontriamo distanziati di un paio di km tra loro, pur nella loro tipicità, offrono chi più chi meno tutti lo stesso stereotipo. Chiesa, Monumento ai Caduti, Taverna (piena ...). Forse perchè è ora di pranzo ? Noi proseguiamo stoici, abbiamo appuntamento con Federico degli amici del gruppo Ulisse della Fiab Trieste e non vogliamo farlo aspettare troppo. Infatti lo troviamo preoccupato venirci incontro a Opicina. Una rapida sosta per un panino, uno sguardo dalla terazza da cui si vede tutta Trieste e la Slovenia, poi ci tuffiamo in una discesa a rompicollo, non prima di aver fotografato il tram storico che da Trieste si arrampica fino a Opicina (quasi 300 mt di dislivello in pochissimi km) con due bici appese al muso (letteralmente). In città tutto appare monumentale, la stazione, la stazione marittima, i moli, ogni edificio ci appare sfarzoso e gigantesco. Come il lungomare, immenso e bianchissimo, che da piazza Unità d'Italia ricca di marmi e merletti, ci conduce fino alle banchine commerciali. Ove veniamo subito fermati da una solerte guardia, che a protezione delle operazioni di carico di una nave non vuole farci passare. Bene o male dopo aver lasciato generalità e documenti, diligentemente registrati in un brogliaccio, riusciamo a proseguire. La vecchia dogana ci appare doo l'ultima curva. Ci accolgono festosi gli Sloveni, ormai già "vecchie" conoscenze che con pazienza ci hanno aspettato e che ora per buona misura sono costretti a sorbirsi tutti i nostri racconti di viaggio. Un bicchiere e via. Dopo il parcheggio del distrubutore Sloveno pieno all'inverosimile di auto italiane a secco di benzina e di quattrini, dopo una secca salita (16%) , ma per fortuna breve ci appare l'imbocco della Parenzana. E' tutta diversa da come l'avevo vista dalle foto satellitari e piacevolmente migliore. Asfalto levigato, linee di mezzeria, una piccola autostrada. Sosta d'obbligo per visitare l'erigendo punto di ristoro a lato della ciclabile, ove ci viene offerto un buonissimo nocino, poi finalmente Capodistria. Ciclabili perfettamente levigate e quartieri nuovi, spazi verdi e fontane, un altro mondo. La cena buonissima a base di pesce ci fà dimenticare tutte le fatiche, e la grappa finale fortissima il fatto che è finita e domani si rienra !