Tempistica e Tappe: (08:00) Koper – Muggia – Trieste (11:00)
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Tempi di Percorrenza e Distanze
Diario della Giornata:
E' l'ultimo giorno. Cielo terso. Dalle finestre dell'albergo si vede il porticciolo di Koper e il sole è già caldo. oggi siamo di nuovo soli. Con calma facciamo colazione e da veri turisti girovaghiamo un pò per il centro di Koper. in giro non c'è nessuno. Solo nell'aria si sente ancora il fumo degli incendi della sera precedente. E' vecchio costume, ormai decadente, quello di appiccare grandi falò in onore del lavoro la sera prima del primo di maggio. Foto di rito davanti al Palazzo dei Priori, reminescenza della dominazione Veneziana, il cui Leone campeggia ancora, un pò corroso, sul muro esterno del vecchio deposito del sale. Il palazzo ora è proprietà del comune di Koper. Alcuni stradini strappano le erbacce tra gli interstizi del selciato, noi e loro unici viventi in questo deserto mattino. Riprendiamo la via di ieri per ritornare a Trieste. Ora è più facile, anche se come al solito le prime salitelle giungono inaspetate. oggi abbiamo più tempo per guardarci intorno. la ciclabile è bellissima, ben fatta e anche la parte non asfaltata, ma di ghiaia rullata, è un velluto. Risaliamo in mezzo a grandi vigne di malvasia. Strano che ieri non le avevamo notate. Forse saranno state le chiacchiere o la stanchezza. Comunque incontriamo tanta gente che corre o cammina giovani e anziani, con o senza cane. La strada è talmente liscia e noi talmente silenziosi che spesso non ci sentono arrivare, e fanno un salto quando ci vedono con la coda dell'occhio. Passato il confine cominciano i primi problemi. Non è possibile rifare la stessa strada del giono prima sul Rio Ospo, è senso unico sulla litoranea. Quindi ci avventuriamo per una serie di rotatorie infinite. Marciapiedi stretti, passaggi solo pedonali, auto veloci. Alla fine per paura di perderci nuovamente optiamo per transitare in una galleria. Nel tracciato originale si era pensato di evitarla,ma adesso con i minuti contati e la paura di perdere il treno non ci sembra il caso di avventuraci per salite e stradine. Alla fine tutto bene e risbuchiamo nella banchina del porto industriale, davanti alla sbarra del giorno prima ove lo stesso solerte guardiano,ci richiede, tra motti di stupore mentre gli ri-confermiamo che siamo giunti a Koper da Ravenna in Bici, gli stessi documenti del giorno prima. Salite, discese, certo Trieste non può dirsi monotona, almeno dal punto di vista altimetrico. Dopo l'ennesima picchiata arriviamo sul lungomare ove, questa volta, troviamo anche troppa gente. E' il corteo del Primo di maggio. Tra due ali di turisti indifferenti che si godono il sole sfila la realtà. Noi andiamo a prendere il treno. Nella semipilota in cui saliamo, spazio bici, mancano i ganci per appendere le bici, anzi ce ne sono tre rotti, e come al solito c'è ancora il tavolino del postino che ormai sono anni che non sale più sui treni a smistare posta. Il Capo treno ci confessa candido che adesso, oltretutto, stanno saldando i portelloni esterni del locale bici, e quindi presto l'unica alternativa, per salire sarà lo slalom tra gradini, pali e porte strette. Non finiamo di parlare che sale una coppia trafelata di ciclisti con nell'ordine : due bici stracariche di borse, seggiolino a manubrio con annessa bimba, carriolino, biciclettina e altra bambina. Stravolta dopo l'avventuroso imbarco la signora, tra i denti, ma non più di tanto, spergiura di non avventurarsi mai più sui treni Itaniani. Vorrebbero scendere a Mestre, ma una volta giunti preferiscono proseguire per Venezia, sperando a Venezia di ruiscire a spostarsi in stazione meglio che a Mestre. Auguri. Noi invece proseguiamo per Ferrara e quindi per Ravenna. ove giungiamo in perfetto orario sotto una pioggia fredda e battente che ci accompagna fino a casa.